TFR: lasciarlo in azienda o investirlo in un fondo pensione?
Data pubblicazione: 20 ottobre 2025
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- Cos'è il TFR e come viene calcolato.
- Come viene rivalutato il TFR in azienda e quali sono i rischi.
- Esempio pratico sulla differenza tra TFR in azienda e TFR in fondo pensione.
Molti lavoratori, quando iniziano un nuovo lavoro, si trovano davanti a una domanda importante ma spesso sottovalutata:
"Meglio lasciare il TFR in azienda oppure versarlo in un fondo pensione?"
Sembra una decisione di poco conto, ma può fare una differenza enorme nel lungo periodo, sia per il rendimento che per la tassazione finale.
Cos'è il TFR?
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è una parte della retribuzione che il datore di lavoro accantona ogni anno (pari al 7,41% dello stipendio lordo)
Si tratta di un "salvadanaio forzato", che viene restituito al termine del rapporto di lavoro o alla pensione.
Ogni anno, le somme accantonate vengono rivalutate per legge, ma il modo in cui maturano dipende da dove le lasci:
- se restano in azienda, vengono rivalutate con una formula fissa.
- se le versi in un fondo pensione, vengono investite sui mercati, con potenziali rendimenti più alti.
🔹Se lasci il TFR in azienda:
Il TFR accantonato "in azienda" viene rivalutato ogni anno dell'1,5% + il 75% dell'inflazione.
Negli ultimi anni, questo si è tradotto in un rendimento medio intorno al 2,5% annuo, sembra poco? In realtà, lo è.
Un aspetto che pochi considerano è che il TFR in azienda è un credito verso il datore di lavoro, se l'azienda dovesse attraversare difficolta economiche, i tempi di liquidazione possono allungarsi, o in casi estremi, diventare incerti.
E in più, alla liquidazione, il TFR viene tassato con l'aliquota media IRPEF, che può arrivare fino al 43%, significherebbe che una parte consistente di ciò che hai maturato torna allo stato sotto forma di tasse.
🔹Se versi il TFR nel fondo pensione:
Conferendo il TFR in un fondo pensione complementare, cambi completamente approccio, il tuo denaro non rimane fermo, ma viene investito in strumenti finanziari gestiti da professionisti e vigilati da COVIP (autorità di controllo), e si potrà godere di una serie di benefici:
- Una tassazione agevolata (dal 15% fino al 9% dopo 35 anni di adesione)
- Una sicurezza patrimoniale ( il capitale è intestato a te, non è più dell'azienda, quindi è al sicuro in caso di fallimento)
- Deduzione fiscale fino a 5.164,57 € l'anno per eventuali contributi aggiuntivi.
- Integrare la pensione con la RITA o una rendita vitalizia
- Possibilità di scegliere la linea di investimento: obbligazionaria, bilanciata o azionaria.
Ed è proprio la scelta della linea di investimento a fare la differenza.
Andiamo ad analizzare un esempio concreto su un lavoratore con:
- RAL: 30.000€
- TFR accantonato ogni anno: 7,41% → 2.223 €
- Durata: 35 anni
📊 Scenario 1 - TFR lasciato in azienda
- Rendimento medio annuo: 2,5%
- Capitale lordo dopo 35 anni: ≈ 125.000 €
- Tassazione IRPEF media (stimata): 43%
➡️ Capitale netto: ≈ 71.000 €
📊 Scenario 2 - TFR nel fondo pensione (linea azionaria, 6%)
- Rendimento medio annuo: 6%
- Capitale lordo dopo 35 anni: ≈ 262.000€
- Tassazione agevolata: 9%
➡️ Capitale netto: ≈ 238.000€
Differenza finale: circa 167.000 € in più, solo scegliendo di destinare il TFR in un fondo pensione con una linea di investimento dinamica.
Nel lungo periodo, il fondo pensione non è solo una scelta previdenziale, ma una vera e propria strategia di pianificazione finanziaria!
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